1

gianfri valgrande piedinudi

S.M.MAGGIORE- 16-06-2015- E' stata portata a Santa Maria Maggiore la salma del deceduto

in Val Grande, dovrebbe trattarsi del Gianfry, personaggio molto conosciuto che da anni viveva in Val Grande, girando sempre a piedi nudi.

Nel suo profilo Facebook si legge:

Scelte di vita controcorrente: un esempio, quasi leggenda, è quella di un 52enne che da dieci anni vive in Val Grande da eremita, in completa comunione con la natura e senza sconti a una sorta di ascetismo che lo vede rinunciare anche alla più piccola comodità. Una presenza discreta e pacifica che lo fa essere un po’ lo spirito custode della più grande area wilderness d’Europa.
I riferimenti filosofici e anche quelli letterari si sprecherebbero nell’interpretare la sua storia e la sua scelta di vita, estrema e rivoluzionaria ma fatta di quella ribellione che rinnega la violenza, fuori dal mondo e dal tempo, ma soprattutto in completa comunione con una natura venerata perché pervasa da un soffio divino ormai impercettibile laddove l’idolatria di falsi miti e simulacri confonde gli occhi, la mente, lo spirito. Una spinta verso la ricerca dell’assoluto e dell’essenziale, e della più autentica libertà individuale, che lo ha condotto dieci anni fa a rifugiarsi in Val Grande, luogo dove ancora oggi, senza andare fino in Amazzonia o su un’isola sperduta nell’oceano, ci si può lasciare alle spalle progresso, consumismo, pseudo-civiltà e immergersi in una dimensione esistenziale ideale per chi dentro sé sente l’urgenza di calcare le orme di antichi eremiti, mistici ed ascetici, con quel rosario sempre tra le dita, ma ai nostri occhi anche un po’ Robinson Crusoe, Don Chisciotte e Gandhi. “Mi nutro di quello che lasciano nei bivacchi e quello che la natura con il suo ciclo di stagioni mi dà. Per il resto non chiedo niente altro se non di essere lasciato tranquillamente vivere così, libero” racconta al microfono di un giornalista che ha voluto conoscerlo per capire le ragioni profonde che lo hanno spinto ad allontanarsi dal mondo e a compiere una scelta così radicale. E così Gianfry, questo il nome che gli resta dopo essersi spogliato di tutti quei lacci che lo legavano alla sua precedente vita quando era impiegato comunale a Sesto Calende, ha fatto della Val Grande la sua dimora: una presenza discreta, schiva e pacifica che è già capitato presti soccorso ad escursionisti avventuratisi nell’area più selvaggia d’Europa inconsapevoli dell’insidie che può riservare. E lui, che poco dopo aver oltrepassato lo spartiacque anagrafico dei quaranta, si è ritirato quassù rinunciando alla più scontata delle comodità come può essere un paio di scarpe, in punta di piedi interviene per ricondurli verso il sentiero di uscita. Ormai una sorta di spirito custode di questi boschi, picchi, creste ed alpeggi: come allora non vedere la più meschina crudeltà in chi tenta di avvicinarlo dipingendolo come un fenomeno da baraccone, lo Yeti della Val Grande? A lui non resta che ritrarsi, inerme ma culturalmente superiore a molti noi se le sue rare discese in Val Loana sono per consegnare rifiuti indegradabili e far incetta di giornali. Si racconta che sia riuscito a spiazzare chi con rispetto di recente l’abbia avvicinato chiedendogli “ma a che punto siamo con la riforma delle pensioni?”