DOMODOSSOLA- 09-07-2015- “Credo doverosa una ulteriore precisazione”. Inizia così la lettera di risposta alla replica fatta dal segretario del Carroccio Carlo Valentini al vicesindaco Graziobelli, che aveva sostenuto di avere visto una dirigente della Lega domese insultare i rifugiati ospitati in appartamenti comunali o nella casa anziani. Valentini ha spiegato che non c'erano, attualmente, dirigenti femmine nella sezione domese della Lega e pretendeva delle scuse: “Visto che la risposta all’interpellanza ha avuto eco solo in merito alla puntualizzazione sulla “dirigente leghista”- spiega Liliana Graziobelli- mi scuso se ho identificato come dirigente una semplice iscritta, anche se in passato la signora in questione è stata dirigente o qualcosa di analogo (non conosco le dinamiche interne di un partito a cui non appartengo). Credo che questo sia un aspetto secondario della risposta data all’interrogazione, che serve forse per distogliere i cittadini dai reali contenuti della stessa. Vorrei precisare che, tolta la volontà propagandistica e la strumentalizzazione fatta dalla Lega nNrd, la mia risposta era basata principalmente sul fatto che nell’assegnazione temporanea dell’alloggio ai tre profughi abbiamo svolto una normale procedura. Questa settimana abbiamo fatto la stessa cosa per un cittadino italiano spostandolo da un alloggio ad un altro: devo forse aspettarmi un’altra interrogazione? Puntualizzo di nuovo dunque che i tre profughi sono già ospitati in un alloggio comunale a seguito di una convenzione stipulata con la prefettura il 23/03/2014! La stessa, in quella data, ce ne affidava 40. Questi si sono fermati a Domodossola circa 8/10 giorni, dopo di che 35 di loro hanno raggiunto le mete desiderate, cioè la Germania. Abbiamo ingenuamente pensato che non ci sarebbero stati problemi: in fondo abbiamo spostato temporaneamente da una struttura comunale ad un’altra struttura comunale, come già accaduto in precedenza, e come dimostrano delibere e atti del passato. L’emergenza profughi è un problema che riguarda non solo il comune di Domodossola ma l’intero stato e l’Europa tutta, questo è innegabile: i paesi europei, sin dal principio non hanno voluto gestire questa emergenza, hanno trovato estremamente semplice fare firmare al ministro Maroni il protocollo di Dublino, che afferma che lo stato in cui arrivano è quello che si deve far carico del riconoscimento e della procedura di richiesta di asilo. Era chiaro a tutti, forse solo non a Maroni, che essendo il nostro paese per tre lati aperto al mare ed il più vicino alla Libia, questi per andare in Europa sarebbero sbarcati da noi: il problema che l’Europa non vuole affrontare è che una emergenza umanitaria non può essere gestita da un paese da solo. Questo è innegabile.Ma non può nemmeno essere affrontato con le modalità proposte dalla lega, che specula per fini elettorali fomentando odio, ed alimentando, anzi facendo nascere, quello stesso clima rovente descritto con preoccupazione da parte di Valentini. La cittadinanza di Domodossola silenziosa ha dimostrato in questi mesi accoglienza e tolleranza aiutando e sostenendo processi di integrazione e di opitalità, in misura maggiore di quella parte, che facendosi strumentalizzare, ha alzato i toni, e che per questo può essere percepita come preponderante. Nell’ottica della tolleranza non è nostra intenzione procedere contro alcuno per vie legali, non è nemmeno mia intenzione farmi trascinare in questa diatriba da chiunque si aggregherà a questa posizione per fini politici e propagandistici. Quello che era mio dovere era rispondere del mio operato ai cittadini, e questo ho fatto. La strumentalizzazione politica la lascio ad altri”.