DOMODOSSOLA – 24-9-2024 -- Il Congresso Provinciale ACLI del Verbano-Cusio-Ossola tenuto al Sacro Monte Calvario di Domodossola sabato 21 settembre 2024 sul tema “Il Coraggio della Pace” approva la relazione del Presidente Provinciale Carlo Poli e recepisce le indicazioni emerse nei vari interventi.
La relazione finale approvata dal Congresso:
Stiamo vivendo in tempi di complessità e di difficoltà, in cui si scontrano ordine e disordine, in cui l'apertura verso l'altro è sempre più insidiata e minacciata da un crescente individualismo, generatore di violenza nei rapporti interpersonali, sociali e internazionali.
La polverizzazione egoistica dei rapporti ha come esito sia conflitti continui sia guerre, apparentemente inevitabili, che sono disastrose anche e soprattutto per i civili.
È sempre più diffusa una cultura dello sfruttamento (delle persone e dell'ambiente, nonostante fiumi di parole in contrario), dello scarto, della morte. La tecnologia avanza, ma crea anche disorientamento e perplessità: si pensi alla cosiddetta Intelligenza Artificiale, dove la parola intelligenza è usata per semplice analogia (per quanto sia, una macchina elabora, ma veramente non pensa) e tuttavia lascia l'impressione che un algoritmo possa rimpiazzare l'umanità.
Più in generale, molte scelte o situazioni sono rese disumane da una sorta di delirio di onnipotenza.
In questo arduo contesto, le ACLI, costitutivamente fedeli alla Chiesa, al Lavoro e alla Democrazia, si impegnano a continuare ad essere un segno di pace, di democrazia, di attenzione ai lavoratori e di lotta alle ingiustizie, in uno spirito evangelico di speranza.
Nel riflettere sulla pace, il Congresso vuole ricordare le parole del Concilio Vaticano II: “La pace non è la semplice assenza della guerra, ma viene con tutta esattezza definita opera della giustizia”[1]. La pace richiede rispetto e amore per l'altra persona ed è in definitiva un dono di Dio. Così la pace, biblicamente intesa, è pienezza di vita, benessere e armonia con se stessi, con gli altri, con Dio.
Per questo le ACLI sono un fondamentale strumento di pace in tutto ciò che fanno. Infatti, promuovono la giustizia sociale, il bene comune, il dialogo costruttivo.
Contrastare la povertà e sostenere la fragilità è opera di pace. Rendere la società più giusta, aiutare le persone ad attuare le loro potenzialità, promuovere esperienze di fraternità e di amicizia sociale è opera di pace. Contrastare la violenza, ascoltare costruttivamente la voce di chi soffre, difendere i diritti e richiamare ai doveri è opera di pace.
In definitiva, quello che anima lo spirito delle ACLI è l'aspirazione a rendere le persone, a partire da noi stessi, più umane, di quell'umanità di cui Cristo, Principe della Pace, è il perfetto modello. Non per niente papa Francesco ha detto: “Gesù è il nostro umanesimo”[2].
Proprio riconoscendo lo stile pacifico, cioè da operatori di pace, delle ACLI, il Papa ci ha invitati a essere “voce di una cultura della pace, uno spazio in cui affermare che la guerra non è mai inevitabile mentre la pace è sempre possibile; e questo vale sia nei rapporti tra gli Stati, sia nella vita delle famiglie, delle comunità e nei luoghi di lavoro”[3]. È chiaro che cercare di intercedere per la pace in un contesto di conflitto comporta sempre un rischio, è cosa che richiede coraggio. A volte (forse spesso) ci vuole più coraggio per avviare trattative di pace che per proseguire una guerra[4].
Chiaro il contesto, chiara la vocazione, si tratta di operare concretamente per realizzarla.
Tra le scelte prioritarie fatte in questi anni alle quali dare continuità, il Congresso ricorda:
- la riscoperta di essere un movimento educativo e sociale, con momenti di formazione e proposte politiche;
- la centralità della vita associativa e democratica, rispondendo alla crisi della dimensione associativa mediante un approccio complessivo tale da permettere di avviare un processo virtuoso che si declina in azioni, progetti, proposte;
- lo stile popolare e sinodale, con i tratti distintivi dell’accoglienza, della competenza, dell’empatia, dell’inclusività e della gentilezza, nel nostro impegno sociale e politico, nella capacità di essere popolari, coraggiosi, partecipativi, capaci di mediazione e seri;
- la leva della formazione e del pensiero, per cogliere la realtà con intelligenza e discernimento;
- la tenuta e lo sviluppo dei servizi e del sistema, avendo la collaborazione come parola chiave.
Per continuare a vivere quotidianamente il coraggio della pace, il Congresso ritiene che occorra:
- vivere la radicalità del Vangelo, per un nuovo impegno sociale e politico;
- contrastare l’esplosione delle diseguaglianze, che non è più solo un problema sociale, ma la nuova questione morale e democratica;
- orientarsi verso una dimensione europea;
- rideclinare e rilanciare la nostra presenza nelle comunità, soprattutto nelle aree interne, delle quali bisognerebbe tentare di invertire la tendenza allo spopolamento, e nelle periferie;
- incrementare la sinergia tra lavoro nelle ACLI e volontariato;
- insieme ad altre associazioni, rilanciare la nostra presenza nelle parrocchie, come chiesa tra la gente.
Ci conforta in questo nostro impegno una riflessione di papa Francesco: “Le ACLI sono un luogo dove è possibile incontrare dei santi della porta accanto, che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma a volte cambiano concretamente le cose, in bene!
Questa storia è un patrimonio da cui trarre energie vitali per guardare avanti con speranza e determinazione”[5].
Ci aiuti e ci illumini il Signore a essere Suoi testimoni in ogni nostra opera, perché sappiamo tradurre valori e impegno civile in scelte concrete che cambino le cose “in bene”, guardando avanti con energia, speranza e determinazione.
[1]Gaudium et Spes, 1965, n. 78.
[2]Discorso al V Convegno Nazionale della Chiesa italiana, Firenze, 10 novembre 2015.
[3]Messaggio alle ACLI nell'Udienza del 1° giugno 2024.
[4]Se pensiamo al conflitto arabo-israeliano, ne sono esempi l'egiziano Anwar al-Sadat (1918-1981) e l'israeliano Yitzhak Rabin (1922-1995), entrambi costruttori di pace, entrambi uccisi da un fanatico.
[5]Messaggio alle ACLI nell'Udienza del 1° giugno 2024.


