
VCO - 1-11-2024 -- Poche parole, semplici, efficaci, dettate dal cuore. Uno sguardo che guarda indietro e vola ad oggi, ai boschi dell'Ossola dove M29 vive, tenendosi ben alla larga dall'uomo. A parlare del suo "amico orso", nell'ultimo numero di "Lepontica" è Paolo Crosa Lenz. Riprendiamo lo scritto.
M29 è un orso (M sta per maschio e 29 è il numero che gli è stato assegnato per monitorare i suoi spostamenti). Una volta c’erano gli orsi sulle Alpi (i documenti raccon-
tano delle “grida” che premiavano chi li uccideva). Nell’Ottocento sono scomparsi, uccisi gli ultimi sopravvissuti.
Giovanni Belli, acuto indagatore ottocentesco di “storie” di Valle Anzasca, tenne una dotta relazione all’Adunanza del Club Alpino Italiano, sede di Domodossola, il 20
agosto 1872 in Macugnaga. In essa si legge: “In quanto a fiere propriamente dette aggiungerò non esservene abitualmente in Macugnaga né in Valle Anzasca, ma che una lince fu uccisa al Morghen ed altra presso Anzino pochi anni or sono; che nel 1815 si uccise un orso nel territorio sopra Anzino da Filippo Cassietti, ed altro nel 1828 da Giuseppe Delgrosso nel territorio di Calasca, e che dicesi pure veduto in Macugnaga qualche lupo, ma attualmente si può assicurare che il territorio di Macugnaga e della Valle è libero da tali fiere.”
Oggi l’orso è tornato in Val d’Ossola. Uno solo. M29 è presente da quattro anni, proveniente dal Vallese in Svizzera dopo una lunga migrazione dalle Alpi orientali. In questi anni, è stato avvistato solo una volta. Ha visto l’uomo e, diffidente, se ne è andato.
Per me è un mito! Pensate: un orso non è un topolino, è grande e grosso, gira per le nostre valli e nessuno lo vede, lascia saltuariamente escrementi e impronte. Non ha fatto danni, se non ad alcune arnie perché è ghiotto di miele. Mi affascina l’idea di un orso che vaga per i
nostri monti, invisibile e schivo, ma presente. Quasi uno “spirito della natura” che ci dice che non siamo soli (e soprattutto non siamo padroni!) sui nostri monti.
Paolo Crosa Lenz


