DOMODOSSOLA - 16-4-2025 -- Il Consiglio Comunale di Domodossola si appresta a discutere un importante ordine del giorno presentato dal sindaco Lucio Pizzi riguardante la difesa del Punto nascite dell'Ospedale San Biagio e la riapertura dei reparti di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia.
Il documento, che segue le comunicazioni già inviate dal primo cittadino al direttore generale dell'ASL VCO e alla Regione Piemonte, esprime "assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di chiusura" del Punto nascite, definito "presidio fondamentale per Domodossola e per l'intera Ossola".
Nell'ordine del giorno si evidenzia come le aree montane necessitino di politiche sanitarie che tengano conto delle peculiarità geografiche e demografiche del territorio, al fine di garantire i diritti delle comunità residenti e contrastare lo spopolamento. La chiusura del Punto nascite, si legge nel documento, "determinerebbe un'inaccettabile impoverimento dell'offerta sanitaria locale" e comporterebbe "evidenti rischi per la salute e la sicurezza delle partorienti" in caso di emergenze.
Il Consiglio Comunale chiede alla Regione Piemonte, all'ASL VCO e a tutte le autorità competenti di garantire la permanenza e la piena operatività del servizio. Inoltre, richiede "con determinazione" che venga programmata e attuata al più presto la riapertura dei Reparti di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia presso l'Ospedale San Biagio, reparti che dovrebbero essere presenti in virtù della presenza del DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) di primo livello.
L'ordine del giorno dà mandato al Sindaco di rappresentare questa posizione presso tutti i livelli istituzionali competenti e chiede che il documento venga inviato all'attenzione di tutti i Sindaci dell'Ossola, "perché possano unirsi in una comune azione di difesa del diritto alla salute nel nostro territorio".
La questione si inserisce nel più ampio contesto della riqualificazione dell'Ospedale San Biagio e dell'Ospedale Castelli, già oggetto di deliberazioni del Consiglio Regionale e di rassicurazioni da parte dei vertici politici regionali.